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6. Bon Port

La casa di Gustave Courbet

Bon Port

La casa di Gustave Courbet

Dopo diciotto mesi alla pension Bellevue (sulla strada principale, in direzione Montreux), nel giugno 1875 Courbet trova una nuova sistemazione a Bon Port, sua ultima residenza.

Qui dipinge, scolpisce, organizza la sua difesa, riceve amici e collezionisti, si concede bagni nudo nel lago. Apre un museo che raccoglie dipinti antichi (una collezione di dubbia attribuzione rilevata dallo stesso artista in Francia e che riporterebbe la firma di nomi illustri: Murillo, Veronese, Rubens) e suoi capolavori fra cui: Les Amants dans la campagne (Gli Amanti in campagna) (1844), Le Désespéré (Uomo Disperato) (1844), Les Demoiselles des bords de la Seine (Fanciulle sulla riva della Senna) (1856), Jo, la belle Irlandaise (Jo, la bella irlandese) (1866).

All’amico Whistler, con cui dipingeva in Normandia, scrive prima della sua morte: «Mi trovo in un paese meraviglioso, il più bello del mondo, lungo la sponda del lago di Ginevra, attorniato da imponenti montagne. Quanto amereste questo luogo, che da un lato offre il mare e il suo orizzonte, con un paesaggio la cui bellezza supera quella di Trouville.»

Fotografia d’archivio della villa di Bon Port. 
Archivi comunali. Fotografia d’archivio della villa di Bon Port. Archivi comunali.

Opere esposte nel suo museo di Bon Port

Grand Panorama des Alpes, les Dents du Midi (Grande panorama delle Alpi, il Dents du Midi) 1877, Cleveland, Museo d’arte di Cleveland, dominio pubblico. Grand Panorama des Alpes, les Dents du Midi (Grande panorama delle Alpi, il Dents du Midi) 1877, Cleveland, Museo d’arte di Cleveland, dominio pubblico.

“Libertà, altezza, limite… Con il Grand panorama des Alpes (Grande panorama delle Alpi) ed il Panorama des Alpes (Panorama delle Alpi), Courbet restituisce una prodigiosa visione della Alpi, confermandosi, fino alla fine, un pittore virtuoso, capace di trasmettere, in questo soggetto ossessivo, i violenti paradossi che dimorano in lui, tra sensazione di imprigionamento e desiderio di liberazione, tra sete di vivere e lenta pulsione suicida” – Laurence Madeline, curatore della mostra « Courbet, les années suisses », Museo d’Arte e di Storia di Ginevra, 2014.