Castello
«Bocion sta ai grandi come il lago sta al mare»: questa è la frase con cui lo scrittore e critico d’arte Paul Budry (1883-1949) apre nel 1925 la monografia dedicata a François-Louis Bocion (1828-1890), «il pittore del lago di Ginevra». L’opera acquista pieno significato nel passaggio in cui Bocion incontra Courbet: «Comprensibile che abbia irritato Courbet, rivoluzionario che per ironia della sorte fu esule a La Tour-de-Peilz. Osservate i suoi studi del lago; vi soffia sempre forte la Vaudaire, con onde tanto impetuose da inghiottire l’intera flotta valdese. Courbet accende il lago come un direttore incita le comparse durante la rappresentazione di una sommossa: “Forza, urla, fracasso!” Quanto a Bocion, attende che il peggio sia passato in un rifugio di pescatori. Perché se il mare crea eroi, condottieri e Leggende secolari, il lago modella spiriti pazienti, sognatori e romanze.»
Courbet, il rivoltoso della Comune e del lago, come si evince dalle sue rappresentazioni. Budry gli ridà vita attraverso la sua penna senza alcuna difficoltà, lui che altri non è che il nipote di Jules, proprietario del Café du Centre, l’uomo che più di tutti, in Svizzera, ha conosciuto l’artista.